CASELLE — Avrebbe dovuto essere la più grande shopville del nord Italia: negozi, multisala, museo dell’aviazione, Airport hotel, centro direzionale Alenia, un grande parco e perfino una scuola di aggiornamento per piloti. Era il progetto aree Ata. Quello che avrebbe dovuto cambiare il volto di Caselle e portare nelle casse comunali milioni di euro. Era il 2004 quando fu firmato l’accordo di programma quadro, non solo con i privati (allora la società portoghese Sonae Sierra), la Provincia, la Sagat. Tutto avrebbe dovuto concretizzarsi entro il 2006, per le Olimpiadi invernali. Da allora, però, sono passati 8 anni e finora nulla è stato fatto. Colpa, in un primo momento, dei ricorsi di Confesercenti contro la shopville, definita “il mostro”, e in questi ultimi anni dei privati, la società Satac (subentrata ai portoghesi), controllata al 100% del gruppo Praga Holding (quello che tra le altre cose ha realizzato l’outlet a Serravalle Scrivia) e il consorzio Aree Ata, che per ragioni che restano misteriose si sono rivoltate contro il Comune con ben tre ricorsi al Tar (ancora in corso), rifiutandosi di firmare la convenzione per il piano particolareggiato di iniziativa pubblica. Cosa sia accaduto tra società, consorzio e Comune, nessuno lo sa. A far chiarezza, venerdì sera, ci ha provato la Federazione della Sinistra con un incontro pubblico cui hanno partecipato moltissimi cittadini. Alla fine, tuttavia, i dubbi sono rimasti, vuoi per l’assenza ingiustificata e ingiustificabile di sindaco e assessori, vuoi per la versione, ovviamente parziale, fornita da Satac. «Il sindaco e il presidente del Consiglio comunale erano stati invitati – ha spiegato il segretario cittadino della Fds, Endrio Milano – ma evidentemente hanno preferito non confrontarsi».
Eppure in questi anni di richieste di confronto da Satac ne sono arrivate parecchie. Il punto centrale del “mistero” rimane la convenzione che il sindaco ha fatto approvare dal Consiglio comunale e che Satac un anno e mezzo fa ha giudicato “irricevibile”. Da quel momento la strada tra le parti è diventata tutta in salita. Al punto che l’Amministrazione, guidata dal sindaco Giuseppe Marsaglia, ha prima cercato un soggetto diverso per realizzare il progetto e a dicembre ha poi dato corso alla delibera programmatica per una variante al piano regolatore che trasformi quei terreni, circa 500mila metri quadrati, al servizio dell’aeroporto. Marsaglia ha negato l’audizione alla Satac e si è trincerato dietro ad un «noi abbiamo seguito la legge e quindi siamo dalla parte della ragione». Cosa che per altro pensa pure la Satac.
L’amministratore delegato, Giuseppe Roveda, ha ripercorso tutti i passaggi, senza chiarire cosa realmente sia accaduto per deteriorare i rapporti con l’Amministrazione e indurre la società a denunciare. L’unica cosa certa scaturita dall’incontro di venerdì è stato l’annuncio della consegna di un nuovo schema di convenzione, proposto da Satac, che dovrà essere valutato dal Comune. Se non verrà accettato, la società si tutelerà contro la città. Ciò significa che a pagare eventuali danni sarebbero i casellsesi. «Speriamo che ciò non accada – ha spiegato Roveda – che ci si possa finalmente sedere ad un tavolo e discutere, ma se così non dovesse essere il Comune dovrà risarcire quei 27 milioni di euro che abbiamo già investito in questa operazione e restituirci oltre 100mila metri quadrati di terreno che abbiamo dimesso gratuitamente». Giuseppe Vigna della Icep, socio minoritario di Satac, ha concluso invitando consiglieri e cittadini a meditare sulle scelte del sindaco: «È vergognoso che in un periodo di crisi come questo il Comune, di fronte ad un investimento da 300 milioni di euro che produrrebbe 2.200 posti di lavoro, incassi Imu annuali da 1 milione di euro, oltre al resto, rifiuti perfino il confronto e continui a raccontare frottole».
Dibattito pubblico sulla shopville, il sindaco diserta l’incontro