VENARIA REALE — Il 31 marzo scadrà il bando per la consegna del preventivo di spesa per la costruzione del primo lotto del nuovo ospedale cittadino. Ma non solo. Il 1° marzo il laboratorio analisi verrà trasferito a Rivoli, quindi tutti gli esami non verranno materialmente eseguiti più nella Reale. E la sanità di zona ritorna nel la paura. Ieri, mercoledì 22 febbraio, la Cisl ha iniziato una petizione (che toccherà anche Giaveno e Susa) per protestare contro i tagli e lo smantellamento dei servizi. «Nella struttura di piazza Annunziata la Medicina è intasata, la chirurgia è stata ridimensionata, stiamo assistendo ad uno stillicidio delle professionalità – attacca Luigi Tranasi, responsabile della Cisl aziendale – con questo metodo non si può più andare avanti». «Ma cosa ha deciso la Regione sul futuro della sanità venariese?», si chiedono Andrea Accorsi e Massimiliano Pignocco, della Cgil. «Il Dea di Rivoli è congestionato, un codice verde resta in attesa circa 6 ore, un codice Argento circa 8 ore, nel nostro ospedale le attese non superano le due ore e la qualità è sempre di ottimo livello – sottolineano i sindacati – La Radiologia ha ridotto la sua attività e non riusciamo a comprendere cosa l’azienda aspetti ad utilizzare la strumentazione accantonata, vedasi l’ortopantomografo per le panoramiche dentarie».
«I cittadini di questo distretto chiedono servizi adeguati in grado di garantire quello che, attualmente, non riesce ad erogare in prestazioni il presidio ospedaliero – evidenzia Luigi Suez, della Cisl – questo è l’ultimo appello che facciamo, poi non so davvero quello che potrà capitare». «Quello che inizia a non funzionare a Venaria è il morale dei dipendenti – puntualizano i sindacati – loro hanno sempre tirato la carretta. Hanno deciso come affrontare i problemi assumendosene le responsabilità e purtroppo a volte pagando di persona. Abbiamo ancora potenzialità e volontà da vendere dobbiamo solo essere messi in grado di lavorare dignitosamente e questa è una cosa che deve fare la direzione aziendale motivando nuovamente il personale». Adesso non resta che attendere le indicazioni più dettagliate del nuovo piano sanitario regionale. Anche se le linee principali sono già state annunciate. Infatti l’assessore regionale alla Sanità, Paolo Monferino, ha anche annunciato che i presidi ospedalieri oggi attivi ad Avigliana, Giaveno e Venaria Reale funzionerebbero con un Cap (centro di assistenza primaria), in sostituzione degli attuali punti di primo intervento. Una scelta che manda su tutte le furie i sindacati e il personale sanitario. «Sono i cittadini che non usano quei presidi come ospedali – ha puntualizzato l’assessore Monferino durante un incontro pubblico – tant’è che ad Avigliana si rivolge appena il 17 per cento della popolazione locale e nella Reale la percentuale raggiunge solo il 26 per cento, quindi, parlano i numeri».
Ospedale, al via una raccolta firme contro i tagli