«La situazione è drammatica. Senza soldi, i servizi sono a rischio». A lanciare il grido d’allarme sono i presidenti ed i direttori dei consorzi socio-assistenziali: a più di un mese dall’inizio del nuovo anno, l’incertezza regna sovrana.
La Regione ha tagliato drasticamente i finanziamenti: si prospetta una riduzione tra il 30 e il 50 per cento. Si parla quindi di centinaia di migliaia di euro in meno rispetto allo scorso anno: da qui la richiesta di aiuto ai Comuni che però, da soli, non possono riuscire a metterci una pezza. Per questo nel pomeriggio di venerdì 3 febbraio, il presidente del Cis di Ciriè ha incontrato i sette sindaci dell’Unione dei Comuni. Il consorzio, che ha sede in piazza Castello e un bacino di utenza di 97mila residenti, dovrà fare a meno di un milione e 200mila euro. «Sono tre anni che siamo costretti a fare i conti con i tagli – commenta Andrea Pautrè – ma questa volta si parla di cifre davvero importanti. Abbiamo cercato di evitare ogni spesa superflua, ottimizzare le risorse e limitare, qualora ci fossero, gli sprechi. Ora purtroppo, oltre all’assistenza domiciliare rischiano di scomparire per sempre gli interventi definiti di bassa soglia. Parliamo dell’educativa territoriale, dedicata in modo particolare ai minori, e questo comporterà pesanti ricadute sul servizio sanitario tradizionale. Ma non solo: se la Regione confermerà i tagli, saremo costretti a chiudere alcune strutture, come le residenze dedicate agli anziani».
In settimana ci sarà un incontro con gli amministratori di Caselle e Borgaro: precederà l’assemblea dei sindaci che verrà convocata prima della presentazione del bilancio. «L’Unione dei Comuni farà tutto il possibile per evitare che vengano tagliati i servizi – afferma il presidente e sindaco di San Maurizio, Roberto Canova – ma la situazione è complessa e tutt’altro che semplice. I soldi sono pochi, anche quelli a disposizione degli Enti locali: dove andiamo a prendere le risorse? A rimetterci, però, non devono essere i cittadini». Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Brizio: «Bisogna capire se la Regione confermerà l’entità dei tagli – allarga le braccia il primo cittadino ciriacese – e come, eventualmente, cercare di far fronte a questa emergenza. È fondamentale trovare un equilibrio, senza andare a colpire le fasce più deboli della nostra popolazione».
Spostandosi di pochi chilometri, la situazione non è migliore, anzi. Nei giorni scorsi i Comuni di Venaria Reale, Druento, La Cassa, Givoletto, San Gillio, Val della Torre, Alpignano e Pianezza hanno deciso di aumentare la propria quota di partecipazione al Cissa, che si ritroverà 800mila euro in meno rispetto al 2011. «Apprezziamo il gesto dei sindaci, ma da solo questo sforzo non basta – evidenzia Antonio Colonna, direttore del consorzio che ha la sua sede a Pianezza – avremo un 30 per cento in meno di risorse rispetto al passato, ora occorrerà capire come poter far quadrare il bilancio, che dovremmo approvare entro la fine di marzo. Siamo preoccupati, perché così si rischia davvero di non riuscire a garantire gli stessi servizi del passato». Anche il Ciss38, in Alto Canavese, avrà un milione e 200mila euro in meno, nonostante i 75mila euro che arriveranno dai Comuni, che hanno deciso di stanziare un euro in più per abitante. «Non verranno toccati gli stipendi dei dipendenti a tempo indeterminato, ma saremo costretti a rivedere i contratti a termine – afferma il presidente Alessandro Ratto – così come le ore di assistenza domiciliare, che scenderanno drasticamente, mentre l’assistenza economica sarà ridimensionata. Le prospettive non sono rosee, anzi: le famiglie saranno costrette a metter mano al portafoglio, ma avranno anche meno servizi».
Consorzi a secco, il sociale è a rischio