Cento anni vissuti sempre nella stessa casa di via San Sudario, nel cuore del borgo più antico della città, all’ombra della chiesa dedicata al Sacro Lino.
Una vita semplice, all’insegna del lavoro e della dedizione alla famiglia. Una vita che ha percorso un secolo, costellata di gioie e di dolori, di soddisfazioni e di delusioni.
Ida Perona, classe 1912, compie domani, venerdì 10 febbraio, cento anni e a vederla non diresti proprio che questa donna minuta, ma decisa e tenace, che ti guarda dritto negli occhi e racconta storie e vicende del suo vissuto personale e della città in cui vive da sempre, all’anagrafe conti ben 100 primavere. «La mia famiglia è a Ciriè da ben sei generazioni – dice orgogliosa, mostrando un libro antico su cui un suo antenato ha appuntato una data: 1829 ed alcune frasi. Lucidissima e con una memoria di ferro, ricorda momenti di vita familiare. Padre orologiaio, madre casalinga, Ida crebbe con un fratello, Virgilio, orologiaio nelle Ferrovie di Stato e una sorella, entrambi scomparsi da anni. Il borgo in cui è nata e vissuta lo conosce palmo a palmo, e soprattutto è orgogliosa della bella chiesa di San Sudario, che lei chiama “la mia chiesa”. «Oggi, però, molte cose sono cambiate – dice – un tempo qui ci si conosceva tutti ed era come una famiglia».
Dalle sue mani d’oro sono usciti tanti splendidi corredi perché per decenni ha fatto la ricamatrice. Venivano da tutte le parti del circondario per far ricamare lenzuola e tovaglie per i corredi delle figlie: cifre, orli a giorno in tutte le varietà, intagli e ogni tipo di punto erano il suo fiore all’occhiello.
Sposatasi non più giovanissima con un altro ciriacese, Beppe Cat Genova, non ha avuto figli. Il grande dolore della sua vita, dopo la perdita dei genitori, del fratello e della sorella, è stata la morte del marito, operaio dell’Ipca, la famigerata “Fabbrica del cancro”. Ammalatosi di tumore alla vescica, Beppe soffrì per 17 anni le pene dell’inferno e a soli 61 anni dovette arrendersi a quella terribile malattia, che nel Ciriacese ha fatto oltre 160 vittime.
Da sola, Ida Perona ha affrontato la vecchiaia, senza lamentarsi troppo degli inevitabili acciacchi dell’età. La nevicata dei giorni scorsi non l’ha spaventata e, pala alla mano, si è tolta la neve accumulatasi davanti all’uscio di casa. Nella bella stagione non è raro vederla sotto i portici mentre va a fare la spesa. Intelligente ed attiva ama fare i cruciverba per tenere sempre la mente allenata e per festeggiare i suoi cento anni ha composto anche una canzoncina che canta con la sua bella voce intonata, quella voce che per anni ha cantato nel coro della chiesa di San Giuseppe, quando negli anni ‘30 a dirigerlo c’era Don Giovanni Marchetto.
In questi giorni, Ida, circondata dall’affetto dei cognati e dei nipoti festeggerà il suo secolo di vita. A lei, che a cento anni ostenta sorrisi,buon umore e vitalità, vanno gli auguri di tutta la redazione del Risveglio.
Domenica Calza e Tiziana Macario