La lettera che annunciava l’intenzione da parte dell’ordine religioso proprietario dell’immobile dove è situato l’asilo di Ceres, era arrivata tra Natale e Capodanno, ma non si era trattato di un fulmine a ciel sereno. Da un po’ di tempo era nell’aria il disagio per la necessità di effettuare una serie di onerose spese per ristrutturazioni ed adeguamenti dell’immobile. Certo rimane che le famiglie della trentina di bambini iscritti alla scuola d’infanzia, non pensavano di ritrovarsi così, all’improvviso, a gestire un problema di tale portata. Lo stesso don Celestino Massoglia, durante la messa, aveva avuto modo di ribadire che le iscrizioni all’asilo rimanevano aperte, dando adito a speranza. Ma a quanto pare la situazione è meno rosea del previsto. Nel tentativo di scongiurare la chiusura dell’asilo di Ceres, gestito dalle religiose dell’ordine di Santa Giovanna Antida, il sindaco Davide Eboli e il capogruppo di maggioranza, Teresio Gariazzo, hanno avuto, martedì 7 febbraio, un incontro presso la Curia, con il vescovo Nosiglia, per cercare una soluzione. All’uscita dall’incontro, gli amministratori ceresini hanno dimostrato un cauto ottimismo.«È in corso una trattativa – è stato il commento di Teresio Gariazzo – La curia sta valutando tre possibili soluzioni. Intanto le iscrizioni dei bambini all’asilo continuano. Noi siamo fiduciosi che la situazione si possa risolvere per il meglio».
«La situazione era già nota da tempo – ribatte Doriano Poma, leader di minoranza – e non penso che dalla curia si possa ottenere di più di una deroga di un anno alla chiusura. Quindi a settembre ci troveremo con una educatrice in meno e una clessidra di un anno, con la sabbia che inesorabilmente scivola verso il basso. Da parte nostra ci mettiamo a disposizione per cercare una soluzione, per il bene del paese. Ma non sarà facile. Non ci sono locali alternativi e riadattare quelli esistenti sarà oneroso. Il Provveditorato avanza richieste molto precise per concedere i nulla osta».
Asilo, trattativa con la Curia