In quasi 500 (l’80% circa dei dipendenti) hanno bloccato per dieci minuti, venerdì scorso, 3 febbraio, l’ingresso dell’aeroporto. I lavoratori dell’Alenia, infatti, hanno aderito allo sciopero di quattro ore, proclamato dalla Fiom, in vista della grande manifestazione nazionale in programma a Roma sabato 11 febbraio. Dallo stabilimento “Caselle Nord” hanno sfilato fino alla zona di accesso allo scalo; poi, intorno alle 11, hanno bloccato il transito alle partenze e agli arrivi; infine, sono tornati in fabbrica, dove è proseguita l’assemblea. Pochi i disagi creati ai passeggeri, perché a quell’ora il traffico è piuttosto esiguo. «Il nostro scopo non era, comunque, quello di creare disagi – spiega Antonio Fraggiacomo, Rsu Fiom – ma lanciare un messaggio. Abbiamo voluto sensibilizzare l’opinione pubblica su importanti problematiche relative alla democrazia in fabbrica. In questi giorni in cui si sta trattando sulla riforma del lavoro, i lavoratori sono sempre più preoccupati. Non vorremmo che si pensasse che per uscire dalla crisi economica si debbano ridurre i diritti, come l’articolo 18, e limitare le tutele, come gli ammortizzatori sociali». I lavoratori hanno ribadito la loro indisponibilità a far mettere all’angolo la Fiom. «Vogliamo continuare – prosegue Fraggiacomo – a scegliere i nostri rappresentanti, come i cittadini si scelgono i politici che li governano. Vogliamo evitare che la Fiom, perché non d’accordo con le scelte del Governo che con il beneplacito di altre organizzazioni e Confindustria manda avanti leggi intollerabili, venga estromessa dalle fabbriche».
Braccia incrociate in Alenia: «Giù le mani da Fiom»