Mappano in primavera non andrà a votare, come speravano il Comitato e i cittadini. Tutto è rinviato ad ottobre. Colpa della crisi economica che non consente al momento né la spesa (5-600mila euro) per la consultazione, né le compensazioni per i Comuni e neppure di stanziare fondi per la nuova municipalità. «La Giunta da me sollecitata – afferma Davide Bono, capogruppo regionale del Movimento Cinque Stelle, che venerdì 27 alle 21 sarà a Mappano, in piazza Don Amerano – ha dichiarato che se si deve fare il referendum i soldi si troveranno, ma non adesso. La consultazione coinvolgerebbe gli abitanti di Settimo, Borgaro, Caselle e Leinì, con un costo non sostenibile in questo momento. Non possiamo che essere perplessi dall’uso strumentale dei costi della politica. Ho, comunque, chiesto al presidente del Consiglio regionale di farsi garante dei diritti dei mappanesi che chiedono il referendum da così tanto tempo. La paura è che la non decisione odierna sia il prologo ad un rinvio sine diem». E ?Andrea Buquicchio, capogruppo in regione dell’Idv (che ha ripresentato in Regione la legge per la costituzione del Comune di Mappano) aggiunge: «Ancora una volta il centro destra mette il bavaglio alla democrazia diretta. A pagarne le conseguenze sono i mappanesi, storicamente divisi sotto cinque municipalità, che da trent’anni chiedono l’indizione del referendum per la costituzione del Comune. Nella riunione dei capigruppo la maggioranza si è detta contraria all’approvazione del provvedimento. In questo modo si toglie per l’ennesima volta ai mappanesi la possibilità di decidere sul proprio futuro. L’iter della proposta di legge proseguirà in prima Commissione, e in questa sede, così come in Consiglio regionale, continuerò a garantire il massimo del mio impegno».
Intanto, a Mappano, nei giorni scorsi era stata avviata una campagna di mobilitazione a sostegno del referendum. Con un impegno senza precedenti il Comitato autonomista aveva invitato tutti i cittadini a inviare specifiche e-mail, indirizzate ai rappresentanti del Consiglio regionale, che avrebbero dovuto deliberare la data in cui indire il referendum. Un appello accorato, formulato da Francesco Grassi, che solo martedì scorso aveva guidato una delegazione sotto palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale. Un appello caduto nel vuoto.
Non ci sono i soldi per il referendum, tutto rimandato