Non è cominciata proprio come si pensava la grande unione dei parchi torinesi sotto un unico ente.
Nella riunione di venerdì 27 gennaio, nella sede del Borgo Castello, si è consumata la prima frattura alla presenza dell’assessore regionale ai Parchi, William Casoni. L’assemblea avrebbe dovuto esprimere il secondo rappresentante del consiglio di amministrazione dell’ente (formato da cinque membri) invece si è arrivati allo scontro. Con la netta contrapposizione tra le forze di centrosinistra e di centrodestra. I rappresentanti dei 25 Comuni, della Comunità montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone, della Comunità Collinare canavesana e della Provincia di Torino, si sono spaccati sul metodo di votazione e sul nome da eleggere dopo quello di Roberto Saini, il commissario straordinario dell’oasi protetta di Stupinigi, eletto già alcuni giorni prima dopo aver fatto il pieno di voti.
Il motivo dello scontro sarebbe stato il metodo di votazione utilizzato per la nomina dei due rappresentanti dei Comuni nel consiglio di amministrazione. Ognuno di questi ha avuto la possibilità di dare due preferenze ai candidati. «È illegittimo, lo ha confermato l’avvocatura della Regione. In tutti i parchi piemontesi i votanti possono accordare una sola preferenza e qui due, è sbagliato», tuona l’assessore regionale ai Parchi, William Casoni che venerdì sera è piombato nella sede del parco, nella Reale, dove si stava votando. «Sono rimasto stupito quando ho visto arrivare l’assessore Casoni – non nasconde Carlo Vietti, primo cittadino Pd di Druento e presidente dell’assemblea dei sindaci – è venuto per condizionare le scelte». Il nocciolo ruota intorno a una questione di numeri. Facendo due calcoli i rappresentanti dell’assemblea sono 15 di centro sinistra e 13 di centro destra. Così sono stati eletti senza problemi Roberto Saini, il commissario straordinario dell’oasi protetta di Stupinigi e Celestina Olivetti, la presidente della Comunità Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone, dopo un lungo testa a testa all’ultima preferenza (due ballottaggi finiti pari) con il leghista di Druento, Giorgio Chino. Ma, prima delle operazioni di voto, i rappresentanti dei Comuni di centro destra si sono alzati e hanno lasciato la sala. «A me dispiace, ma l’assemblea è sovrana – taglia corto Vietti – Il centro destra non può non tenerne conto del voto». Mastica amaro anche Sergio Colombatto, vice presidente dell’assemblea e sindaco di San Francesco che, insieme ad altri sei paesi, rappresenta la Riserva Orientata delle Vaude. «Dopo tre mesi di incontri e buone intenzioni mi dispiace si sia già arrivati a questa spiacevole contrapposizione – dice Colombatto – Noi delle Vaude non avremo un membro nel consiglio di amministrazione, questo mi rattrista». «Molti degli amministratori dell’Assemblea hanno posto al centro la necessità di rappresentare i diversi territori, trovando riscontro da parte di molti componenti, tra i quali la Provincia – dice Francesco Brizio, il sindaco di Ciriè – Non si può dire lo stesso della Regione che non ha mai dato la propria disponibilità a ragionare su questa modalità di scelta dei rappresentanti. Lo stesso assessore Casoni non ha dato alcun segnale di voler accogliere questa volontà. E poi le modalità di voto, sono state stabilite, in assenza di una precisa indicazione della legge regionale, dall’assemblea, a maggioranza, come da normale prassi».
Dura l’assessore regionale al Lavoro, Claudia Porchietto: «È improponibile che nessun Comune di quelli che gravitano sul parco La Mandria, uno dei più importanti d’Italia, non abbia un membro nel consiglio di amministrazione». Si arrabbia: «Sono sorpresa e sconcertata dalle dichiarazioni di Vietti, perché vorrei vedere se un assessore regionale non può andare ad una riunione dell’Ente. Le Regione ha sempre tenuto conto delle necessità dei membri dell’assemblea e il metodo di voto non è regolare, non lo dico io ma l’avvocatura della Regione. Se poi si vuole buttarla sullo scontro politico, allora va bene – taglia corto l’assessore – affrontiamo pure questa battaglia, ma con quali risultati? Spero che, nei prossimi giorni, si possano rivedere delle posizioni visto che l’amministrazione del parco La Mandria è fondamentale per il futuro».
Mandria, lite sulle nomine