«Ci convinsero che eravamo sempre stati antisemiti»: così è iniziato il convegno indetto dalla sezione Anpi di Rivarolo, Favria e Feletto, che venerdì 27 gennaio, ha riempito la sala consiliare di giovani e meno giovani. Come accaduto un anno fa, il docente di storia e filosofia dell’Istituto Aldo Moro, Giancarlo Clara, ha esposto una lunga relazione sull’introduzione delle leggi razziali in Italia, avvenuta prima dello scoppio della guerra, nel 1938, ad opera del regime fascista. La sala consiliare era colma, non una sedia vuota e molte persone rimaste in piedi, per ascoltare Clara, che ha proseguito il percorso iniziato un anno fa con la storia dell’antisemitismo. Sono stati tanti i ragazzi che hanno ascoltato le parole del professore del “Moro”: un segno positivo, vista la difficoltà per i relatori di coinvolgere le fasce più giovani. Le leggi razziali fasciste furono introdotte attraverso numerosi provvedimenti legislativi e amministrativi che vennero varati in Italia fra il 1938 e gli anni ‘40, rivolti soprattutto a coloro che appartenevano alla classe ebraica. Furono lette per la prima volta da Benito Mussolini, a Trieste, affacciatosi al balcone del municipio in occasione di una sua visita alla città: «In Europa i pregiudizi relativi agli ebrei sono sempre stati molteplici, talvolta alimentati da documenti falsi, come i Protocolli dei Savi di Sion – ha raccontato Clara – Gli ebrei sono stati accusati di corporativismo e di elitarismo religioso per il fatto di prevedere il diritto a partecipare al culto ebraico in base alla linea di sangue». Il silenzio del pubblico è stato il miglior segnale del forte interesse verso l’argomento proposto e trattato dal docente e dalla sezione Anpi.
Leggi razziali – Il dibattito venerdì 27