— Le proposte di iniziative per la Giornata della Memoria sono iniziate a Ciriè aprendo anche la stagione teatrale al Magnetti, mercoledì 25 gennaio, con la rappresentazione a ingresso libero “Il ballo di Irene”, uno spettacolo già replicato più volte in teatri della Provincia di Torino, che propone l’incredibile storia di Iréne Némirovsky, scrittrice ebrea morta ad Auschwitz nel 1942, alla quale dà voce e corpo la giovane e bravissima Alessia Olivetti, attrice balangerese.
Guidata dalla regia del marito Andrea Murchio, la Olivetti “tiene” il palco da sola per più di un’ora e mezza, mantenendo alta l’attenzione come nei primi cinque minuti, con una potenza recitativa che le proviene dalla passione e dall’entusiasmo ma anche dalle ore di studio e preparazione.
L’attrice ci fa riscoprire in questo spettacolo l’esistenza di una grande donna e l’identità negata – prima dal nazismo, poi dall’oblio della Storia – di una sensazionale scrittrice, il cui ultimo testo, “Suite Francese”, è stato dato alle stampe per la prima volta soltanto nel 2005, dopo di dimenticanza nella valigia che la Nemirovsky aveva lasciato in eredità alle sue due figlie, Denise ed Elizabeth, prima di essere deportata.
Pochi invece i ciriacesi che nella serata di sabato 28 hanno affrontato la nevicata per assistere a “Memento”, secondo appuntamento dedicato alla Giornata della Memoria andato in scena all’auditorium del Troglia.
Il pubblico in sala è stato però ripagato dalle sonorità del contrabbasso proposte da Federico Marchesano e dalla voce narrante dell’attore Massimo Giovara che ha alternato canzoni, scritti e testimonianze recuperati nel ghetto ‘modello’ di Terezìn, vicino a Praga.
Un ottimo spunto per comprendere perché la comunità internazionale non si accorse dell’orrore che si stava consumando nei campi di sterminio nazisti. Nella primavera 1944 i tedeschi decidono di permettere una visita a Theresienstadt a rappresentanti della Croce rossa.
Nei mesi precedenti viene portata avanti una frenetica azione di abbellimento: ridipinte le facciate delle case, piantati fiori, costruita una sala musicale sulla piazza del mercato e infine si rimedia al problematico sovraffollamento: 7500 persone sono spedite ad Auschwitz.
Nelle ore passate al campo la delegazione assiste a una partita di calcio, a un concerto di musica sinfonica e alla rappresentazione di un’operetta da parte di un gruppo di bambini. Non si accorge del terrore che domina i reclusi.
Dal punto di vista della propaganda nazista, la visita è un successo assoluto. La Croce rossa deciderà di abbandonare la pretesa di visitare i campi più orientali, in particolare Auschwitz
Tra il ‘41 e il ‘45 passano da Theresienstadt 141.000 prigionieri, 33500 muoiono lì, 118.000 vengono avviati ai campi di sterminio, da cui quasi nessuno riuscirà a tornare a casa vivo.
“Memoria – tre differenti modi per non dimenticare” si concluderà venerdì 24, alle 21, alla biblioteca Alvaro Corghi con la presentazione del libro di Tito Delton “10 febbraio 1947 fuga dall’Istria”. Una serata dedicata al dramma delle foibe e dell’eccidio perpetrano da Tito ai danni di migliaia di italiani che ebbero il solo torto di vivere lì.
Cinzia Fontana e Tiziana Macario