ROBASSOMERO — Federico Guido, imprenditore agricolo di Robassomero, è stato fermato il 26 gennaio dagli agenti della Digos, insieme ad altri 25 attivisti No Tav, per gli scontri avvenuti alla Maddalena tra il 26 giugno e il 3 luglio 2011 con le forze dell’ordine. L’ordinanza è stata firmata dal presidente del Riesame Semeraro e dai giudici Balestretti e Capecchi. L’imputazione a carico del robassomerese è di violenza a pubblico ufficiale e lesioni. Per questo Guido, titolare dell’ azienda agricola biologica in strada del Verde a Robassomero, è ora agli arresti domiciliari.
«E non sappiamo per quanto ci resterà – dichiara il suo avvocato, Roberto Lamacchia – Il gip Federica Bompieri ha previsto il rischio che Guido possa commettere reati dello stesso genere in futuro. Ha parlato infatti di misure cautelari, dato che i lavori della linea ferroviaria dureranno almeno due anni».
Il legale di Guido non sembra però preoccupato per la difesa, dal momento che il suo assistito non si è riconosciuto nelle foto della polizia. «Uno scatto del 3 luglio – continua Lamacchia – ritrae infatti un personaggio del tutto coperto che lancia un sasso, e in un’altra foto si vede solo un occhio: secondo la polizia basta a identificarlo e questo rende la sua posizione più difendibile di altre. Resta per il momento solo una piccolissima macchia sulla sua fedina penale, relativa alla detenzione di petardi che l’allora minorenne Federico, ultrà juventino, fabbricò in occasione di una partita di calcio a Firenze il 4 aprile 1982».
Federico Guido, però, non è nuovo all’attivismo politico: aveva infatti partecipato al G8 di Genova nel 2001, e la Digos lo aveva arrestato il 9 agosto dello stesso anno con l’accusa di concorso in devastazione e porto di oggetti atti a offendere durante gli scontri con le forze dell’ordine. All’epoca, un filmato aereo della Polizia, che attestava la sua presunta presenza tra i devastatori dell’asilo di via Giovanni Maggio, gli aveva fatto passare 12 giorni nel carcere di Marassi a Genova. Venne definito un black block appartenente alle fila dei frequentatori del centro sociale Askatasuna accusato anche di aver distribuito mazze e bastoni ai manifestanti. «Oggi come allora, Guido ha sempre respinto ogni accusa di violenza – conclude l’avvocato – e, nel 2001, alla fine fu prosciolto».
Ora, per lui e gli altri dimostranti nei guai, il comitato No Tav ha organizzato per sabato 18 una manifestazione a Bussoleno: più precisamente sarà una festa, perché, dicono gli organizzatori, «pensiamo che sia il modo migliore per dimostrare la vicinanza a tutti i No Tav reclusi o confinati da obblighi di dimora o domiciliari. Vogliamo dimostrare a chi pensa di scoraggiarci o spaventarci che il popolo No Tav marcia a testa alta per la sua strada». Sulle misure cautelari emesse è polemica. È di qualche giorno fa l’intervento su “Il Manifesto” dell’ex magistrato Livio Pepino, secondo il quale assistiamo a «una tappa della trasformazione dell’intervento giudiziario da mezzo di accertamento e di perseguimento di responsabilità individuali (per definizione diversificate) a strumento per garantire l’ordine pubblico».
Attivista No Tav agli arresti domiciliari