Si è riunito lunedì sera, nella sala riunioni dell’Arti e Mestieri, il «tavolo permanente di confronto», organizzato dalla Diocesi, e fortemente volute da monsignor Cesare Nosiglia, l’arcivescovo di Torino. Per più di due ore si sono analizzati i dati sull’occupazione nelle Valli di Lanzo da dieci anni a questa parte. Si è cominciato ad affrontare il tema sviluppo e rilancio con molta serietà, restando con i piedi per terra.
«Io credo sia fondamentale puntare sulla formazione e sull’orientamento dei più giovani – ha detto Giorgio Inaudi, di Balme, direttore della Fondazione Sanpaolo per la scuola – perché, in queste zone, i ragazzi sono abbandonati a loro stessi, non hanno possibilità di scelta, non hanno sbocchi». Un parere condiviso anche da Lilio Alfonso, ex dirigente aziendale in pensione che oggi ha scelto di vivere a Traves. «In questo progetto monsignor Nosiglia ci crede fermamente, non lo vede solo come un tavolo consultivo, ma come un volano per far ripartire tutto il sistema in maniera concreta – ha spiegato don Daniele Bortolussi, il direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale del lavoro. Dev’essere uno strumento di confronto tra gli imprenditori, deve far cercare di conoscere le eccellenze del territorio». Uno sviluppo che avrà in uno dei suoi elementi propulsori il Gruppo di Azione Locale Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone (Gal). Il soggetto che ha come “mission” prioritaria quella di rafforzare le microimprese del territorio, sostenendone gli investimenti e la commercializzazione collettiva di prodotti e servizi, avrà a disposizione poco meno di 6 milioni di euro da investire nella creazione di nuove imprese. «Come Chiesa vogliamo contribuire attivamente a risolvere i problemi legati al mondo del lavoro – continua don Bortolussi – perché siamo sicuri che, nelle Valli di Lanzo, esistono buone esperienze imprenditoriali che sono poco conosciute e, invece, devono essere valorizzate e sponsorizzate». Dobbiamo essere capaci di confrontarci con chi, in Italia, ha affrontato e vinto le battaglie per riqualificare delle zone di montagna che erano in crisi – avverte don Bortolussi – gli esempi non mancano, ma dobbiamo lavorare sodo, senza perdere tempo» Un intervento apprezzato è anche stato quello dell’economista Piercarlo Frigero, professore di economia applicata all’Università di Torino che, quando ha un attimo di tempo libero, si gode un po’ di tranquillità nella sua casa di Oviglia.
«È necessario avere un quadro completo della situazione per analizzare tutto con meticolosità – ha avvertito il professor Frigero – dobbiamo ragionare sulle reali opportunità di crescita e sulle nuove imprese per affrontare una dura marginalità, che vive questo territorio. Non dobbiamo reinventare nulla, ma scegliere modelli di marketing presi come riferimento». Invece per Marco Bussone dell’Uncem. «La sfida proposta dall’arcivescovo deve vedere il tavolo impegnato nel creare relazioni tra gli enti e le imprese. I giovani come me, devono essere sostenuti e aiutati a restare in valle con la possibilità di creare posti di lavoro e piccole attività».
Il «tavolo permanente di confronto» continuerà il suo lavoro anche nelle prossime settimane con degli altri incontri. L’obiettivo è quello di arrivare al più presto ad avere un progetto concreto da proporre ad artigiani, imprenditori, amministratori, politici e attività che operano sul territorio. Insomma a chi vive nelle Valli di Lanzo ed è interessato al loro ripresa. Anche se il 2012: «Sarà ancora un anno disastroso, pesantissimo per le aziende della zona e anche per la gente che resterà a casa senza un lavoro, sostenuto, se va bene, dagli ammortizzatori sociali», prevede Maurizio Peverati, il sindacalista di Nole, che è segretario regionale della Uilm e conosce bene la zona.
«Si punta su formazione e giovani»