È caccia senza sosta ai ladri che, nella notte tra domenica e lunedì 23 gennaio, dopo un folle inseguimento, si sono schiantati contro il portone di una casa, a Mathi. Uno di loro è ferito. E, secondo gli investigatori, prima o poi, avrà bisogno di cure. Anzi, probabilmente i suoi compagni, stanno cercando di trasportarlo in qualche pronto soccorso lontano dal Torinese.
Se la caveranno invece, con 15 giorni e un mese di prognosi i due appuntati del nucleo radiomobile di Venaria che, a bordo di una Fiat Bravo, si sono schiantati contro il muro della stessa casa di via Stura. Il più grave ha riportato la frattura di una gamba e un trauma toracico. Il suo collega una lieve commozione cerebrale e delle escoriazioni in diverse parti del corpo. Adesso le indagini dei militari del nucleo operativo di Venaria e della polstrada, che ha effettuato i primi rilievi, partono da delle macchie di sangue che sono state trovate nel cortile di via Stura. Apparterrebbero a uno dei ladri, rimasto ferito. Le tracce ematiche partono dal marciapiede e poi continuano nel giardino dell’abitazione dove, quasi sicuramente, si è rifugiato uno dei balordi. Qualche minuto di paura, prima di raccogliere le forze, scavalcare la recinzione e far perdere le tracce in mezzo ai campi.
Il folle inseguimento era iniziato intorno alle 4 a San Carlo, dove la pattuglia del nucleo radiomobile, incrocia la Golf sulla quale viaggiano tre uomini. La targa della macchina è quella che risultata rubata in serata a San Maurizio. La stessa che, poco prima, è stata vista fuggire da San Francesco, dove dei ladri hanno tentato un colpo. Con l’impiego di un trapano stavano svitando i serramenti di una villa, ma sono stati scoperti e messi in fuga dai proprietari. Quando la Golf incrocia la gazzella dell’Arma, schizza via a una velocità folle. I carabinieri li inseguono. Altre pattuglie della Compagnia di Venaria vengono dirottate verso il Ciriacese. È una gimkana rischiosissima in mezzo alle strade buie e deserte. I ladri attraversano Nole, Grosso e poi si infilano nel centro di Mathi. Puntano verso la stazione ferroviaria, girano in via San Sebastiano, il rettilineo che costeggia i binari della linea Torino-Ceres e lì cercano di speronare la Bravo del radiomobile che non molla l’inseguimento. È una corsa folle. Per fortuna sulle strade non ci sono altri automobilisti. E quelli che incrociano i due mezzi si scansano, terrorizzati.
Alla fine di via San Sebastiano c’è via Stura, la perpendicolare, e poi la casa dove abitano le famiglie De Netto e Valle. Contro la quale si accartocciano le auto che non riescono a curvare in via Stura. «Quando mi sono affacciato ho visto due uomini che correvano, stavano scappando – racconta Vincenzo De Netto, gettato giù dal letto dalla botta dello schianto – poi la macchina dei carabinieri, la Golf nel cortile, tutto distrutto e ho capito». Parte subito una massiccia caccia all’uomo. Decine di pattuglie dei carabinieri, comandati dal capitano Roberto Capriolo e della polizia setacciano tutta la zona, ma dei tre malviventi non c’è traccia. Intanto, via Stura si riempie di sirene: ambulanze, gazzelle dei carabinieri, vigili del fuoco.
«Pensavo fosse esplosa una bomba – dice agli investigatori De Netto – non ho mai sentito un colpo così forte». Minuti di terrore che l’uomo ripeterà al sindaco Crispino Caudera la mattina dopo davanti al disastro
L’inseguimento finisce contro un muro