L’Unitalsi riparte da giovani e parrocchie. Sono questi i due fronti principali di lavoro nei primi mesi del 2012 per la sottosezione di Torino dell’associazione guidata da Antonio Maria Amato, che oggi conta quasi quattromila soci in tutta la Diocesi.
Il Consiglio si è riunito domenica 15 gennaio a Vallo, nel salone del Centro Maria Orsola, per programmare le attività dell’anno e fare il punto in vista dell’assemblea ordinaria che si terrà al Cottolengo il 28 gennaio. “La lanterna sul moggio” il titolo dell’appuntamento di Vallo al quale ha preso parte anche il parroco don Aldo Bertinetti, in qualità di assistente spirituale dell’associazione.
«Diventa sempre più importante creare reti tra i soci, garantire attività lungo tutto il corso dell’anno, oltre ai pellegrinaggi verso i santuari mariani con i malati – spiega Amato, 45 anni, di Caselle – Vorremmo invogliare i nostri soci a essere maggiormente impegnati nelle strutture ecclesiali, stimolando le attività con i sacerdoti e le parrocchie. Il nostro apporto può essere importante nell’assistenza ai malati e ai disabili».
Non solo pellegrinaggi dunque; nel 2011 sono stati dieci: cinque a Lourdes, due in Terra Santa, uno a Fatima, uno a Loreto, uno a Banneux, in Belgio. Trentamila le persone portate nei santuari mariani, con un leggero incremento lo scorso anno, che va comunque inserito nella generale diminuzione dei numeri negli ultimi anni.
Tra le proposte emerse a Vallo, da costruire, ci sono la “Casa famiglia”, con una struttura stabile in città, e il “telefono amico” dell’Unitalsi.
«Ci sono ammalati che sono nati e cresciuti con noi, con i nostri volontari – continua il presidente della sottosezione torinese – Ci sono persone che vorrebbero condividere servizi, momenti della loro giornata. Possiamo metterci a loro disposizione». Con le parrocchie, l’Unitalsi vuole avviare una nuova serie di rapporti.
«Chiamiamola interazione – aggiunge Amato – Tutte le parrocchie hanno infatti ammalati che vorrebbero andare a Lourdes. Noi possiamo offrire un servizio importante, per tutti, anche per le famiglie. Il lavoro avviato in città come Nichelino, Volpiano, Settimo, dimostra che possiamo ripartire dalle parrocchie e dalle Unità Pastorali, migliorando la qualità dei servizi, con una formazione medico-sanitaria degli operatori sempre più forte ed efficace».
Progettare il futuro, per l’Unitalsi significa anche guardare alle nuove generazioni.
«Nel corso della nostra storia – evidenzia il presidente – abbiamo sempre avuto grande attenzione da parte dei giovani. Progressivamente si è persa. Ma sappiamo che i giovani hanno bisogno di proposte forti, non di ipocrisia. Scelgono chiarezza e trasparenza. Vorremmo allora tornare nelle scuole, cercare i giovani negli ambienti in cui vivono. Penso all’importante collaborazione con l’istituto Valsalice e alle proposte di pellegrinaggio agli studenti, proprio con l’Unitalsi. Crediamo sia esportabile in altre realtà. Ne abbiamo bisogno, perché dagli ammalati è molto apprezzata la vicinanza e l’assistenza dei giovani».
27 Gen 2012
L’Unitalsi riparte da giovani e parrocchie – Tra le proposte, anche un centro d’ascolto