Trasferimento effettuato per il gruppo di protezione civile comunale presso il polo ad esso destinato. Costruito nove anni fa, è diventato operativo solamente da pochi mesi: «I volontari che hanno seguito il corso di formazione nel 2011 sono operativi già da qualche settimana – precisa l’assessore Aldo Raimondo – e il polo è attivo a tutti gli effetti; lì ha trovato sede ideale il mezzo di protezione civile, un fuoristrada, e l’attrezzatura è stata sistemata nei suoi magazzini. Anche per le ricerche di Guido Bertot, il polo la struttura è stato un punto di riferimento importante, lì è atterrato l’elicottero dei carabinieri e l’unità cinofila è stata coordinata proprio dalla sede della protezione civile». Il polo integrato era stato costruito con la partecipazione di Specchio dei tempi, che aveva raccolto ingenti fondi, la Provincia di Torino, che si era impegnata progettualmente e il Comune, proprietario del terreno in cui è sorta la struttura. Tuttavia resta ancora sospeso il trasferimento del corpo dei vigili del fuoco di Rivarolo.
«Il 60% dell’immobile era stato concepito come sede dei vigili del fuoco. Era stato firmato un protocollo d’intesa con il Comando provinciale dei pompieri, che però lì non si sono mai trasferiti, nonostante i numerosi solleciti – sottolinea Raimondo – L’unico aspetto ancora irrisolto è proprio questo: in questi giorni i vigili del fuoco ci hanno recapitato una lettera dicendoci di non volersi trasferire al polo, anche se noi abbiamo predisposto tutti i locali per ospitarli. Ora trasmetteremo la lettera al Comando provinciale, poi penseremo se dirottare l’invito a qualche altro gruppo che possa fruire della struttura», conclude Raimondo. Per i vigili del fuoco si tratta di un problema di viabilità: «Trasferirci ci darebbe seri problemi – precisa Marino Giacomino, capo del distaccamento rivarolese – pensi solo cosa vorrebbe dire attraversare la città per un intervento urgente a Forno, ad esempio, il sabato mattina, con il mercato. In caso d’emergenza, entro cinque minuti, dobbiamo essere fuori dalla caserma. Nelle nostre circa 400 uscite all’anno, gli spostamenti sono tutti verso Favria, Forno, Rivara, difficilmente ci chiamano verso Feletto; lì interviene il gruppo di Bosconero. Non è un nostro capriccio, ma si tratta anche di un rifiuto per ragioni di sicurezza, nell’attuale sede siamo vicini ai carabinieri, le nostre attrezzature, possiamo dire, sono al sicuro. A Cuorgnè, i pompieri hanno subito numerosi furti, a causa anche di una sede troppo isolata».
27 Gen 2012
Il 115 “snobba” la nuova sede