Si cercano due, tre persone, dei ragazzi. E probabilmente anche della città della Reggia. Ecco in che direzione vanno le indagini per scoprire chi ha appiccato il rogo che ha distrutto tre mezzi della Polizia municipale nella tarda serata di martedì 3 gennaio. Le fiamme avrebbero potuto raggiungere anche le abitazioni o intaccare altri mezzi parcheggiati.
Riguardo alle minacce ricevute in passato dal comandante della Polizia municipale Luca Vivalda, il sindaco Giuseppe Catania ha parlato con gli inquirenti, impegnati a coordinare l’indagine. Il filo che stanno seguendo gli investigatori parte dal fotogramma di un filmato dove si vedono due persone incappucciate che stanno correndo nella semioscurità delle strade avvolte dal buio e dal freddo pungente. Intanto tutta la faccenda è passata in mano ai carabinieri del nucleo operativo di Venaria Reale, comandati dal luogotenente Diego Mannarelli che conosce a fondo la realtà di Venaria, dove non è facile sondare gli umori. I militari hanno iniziato a parlare con alcuni “civich”, hanno ascoltato i loro dubbi, preso in considerazioni le loro ipotesi su chi possa aver ideato il raid della settimana scorsa. Hanno visionato i filmati di altri occhi elettronici sparsi per la città e anche quelli delle aree di servizio dove i malviventi avrebbero acquistato la benzina impiegata per innescare il rogo.
I carabinieri della Reale stanno lavorando su alcuni indizi che non vogliono assolutamente esternare. Poche tracce che potrebbero portare proprio agli autori del raid. Ovviamente lasciano intendere che ci vorrà del tempo. Intanto non è ancora stato sentito il comandante dei “civich” Luca Vivalda, che sarebbe il destinatario dell’intimidazione e che, la sera dell’incendio, si trovava in vacanza. In questi giorni il comandante ha ricevuto diversi attestati di solidarietà da parte dei cittadini, oltre che dai politici di ogni schieramento: «Mi hanno fatto molto piacere in un momento come questo». Resta il danno. Ingente, visto che si parla di oltre 100mila euro.
Raid contro la Polizia municipale, nel mirino c’era il comandante