Un anno fa qualcuno innaffiò di benzina e poi incendiò due gatti delle nevi e una motoslitta. Erano mezzi del Comune e di ristoratori e albergatori del Piano della Mussa. Il fuoco incenerì anche una casetta in legno usata dall’associazione “La Piutà” come ufficio informazioni e biglietteria per lo sci di fondo.
Per quel rogo che provocò un danno di oltre 200mila euro, non c’è ancora un colpevole. «E gli aiuti che aveva promesso la Regione non sono mai arrivati», scuote la testa Virgilio Bergero, del Rifugio Città di Ciriè. «Ho dovuto farmi dei debiti, comprare un nuovo battipista altrimenti come facevo a lavorare?», si arrabbia Bergero. Che è anche stato costretto a presentare una denuncia contro ignoti ai carabinieri di Ceres per tutelarsi dalle voci che circolavano sul suo conto. «Qualcuno ha pensato bene di dire che l’attentato l’avrebbe compiuto chi voleva farmela pagare per dei debiti che avrei lasciato quando gestivo una struttura in Valle di Susa – racconta Bergero – Roba da matti, davvero mi chiedo come si possa arrivare a spargere queste voci». «Dal punto di vista investigativo, non abbiamo più saputo nulla – taglia corto Mauro Marucco, il sindaco di Balme – e siamo stati costretti a ricomprarci un nuovo gatto delle nevi al posto di quello distrutto dal rogo per il quale avevamo deciso di investire circa 150mila euro».
Lo scorso aprile le indagini, coordinate dal pm Nicoletta Quaglino, sembravano aver preso una direzione ben precisa. La cerchia dei responsabili dell’incendio doloso si era ristretta a cinque sospettati. Un risultato raggiunto dopo che il maresciallo dei carabinieri di Ceres Gianluca Di Giulio e i militari del nucleo operativo di Venaria avevano raccolto la deposizione di decine di persone della valle, scandagliato i loro dubbi e le loro paure. Una mole di lavoro supportata anche dal controllo degli apparecchi cellulari in zona nella notte tra il 9 e 10 gennaio del 2011. Gli investigatori, però, non sono mai riusciti a confezionare una prova concreta che inchiodasse qualcuno. L’unica nota positiva resta la ricostruzione della casetta in legno, grazie alle donazioni raccolte in questi mesi.
Incendio, mistero irrisolto