Asl 6, maglia nera nel saldare le fatture. Per saldare i pagamenti dei fornitori di prodotti utilizzati in sanità che, in gergo tecnico, si chiamano dispositivi medici, la vecchia azienda locale si prendeva oltre un anno e mezzo: 510 giorni.
La classifica è stata pubblicata sabato dalla Cgia, l’associazione degli artigiani e delle piccole imprese di Mestre, che nelle scorse settimane ha monitorato i tempi di pagamento. I dati rivelano che si contano sulle dita gli ospedali italiani virtuosi, quelli che pagano entro i termini previsti dalle direttiva europea, la quale fissa in sessanta giorni il limite massimo per saldare i debiti con i fornitori. «I dati si riferiscono a prima del 2008, quando ancora esisteva la vecchia Asl 6 prima della fusione con la 5 e la 7 – afferma Renzo Secreto, commissario della azienda sanitaria locale che raggruppa anche il territorio di Ivrea e Chivasso, oltre al Ciriacese ed alle Valli di Lanzo – che non posso commentare, in quanto a quell’epoca non ero alla guida dell’azienda. Se guardiamo invece ai dati odierni, almeno quelli che riguardano il mio mandato, iniziato un anno fa, siamo in linea con la media regionale: la nostra Asl salda i propri fornitori entro dieci mesi. Certo, i tempi non sono celeri, ma sono sicuramente migliori rispetto al recente passato: c’è però ancora tanto da fare».
Sulla vicenda è intervenuto il consigliere e segretario regionale dell’Udc, Alberto Goffi, che ha presentato una mozione a Palazzo Lascaris: «Tutto questo è inaccettabile: ho chiesto al presidente Roberto Cota che tutte le nostre Asl si attengano alla normativa europea. In parole povere, le aziende pubbliche devono pagare i propri fornitori entro e non oltre sessanta giorni. La situazione, ormai difficile, rischia di mettere in ginocchio l’economia dell’intero territorio: come può sopravvivere una piccola ditta individuale se viene pagata con un anno e mezzo di ritardo? Così vengono superate dalle multinazionali, le uniche in grado di poter sopportare queste condizioni. Ma così si rischia di far morire le piccole realtà della zona».
Mercoledì 11 gennaio l’avvocato mathiese ha presentato un progetto in alternativa ad Equitalia, che si chiama “Riscossione Piemonte Spa”. «Dev’essere la Regione stessa a farsi carico delle insolvenze, cercando di compensare i debiti con i crediti – conclude Alberto Goffi – in questo modo le aziende, in attesa che vengano pagate, potranno rivalersi direttamente su Palazzo Lascaris, senza più intermediari. Faccio un esempio semplice: se una piccola ditta aspetta ancora il pagamento di alcuni lavori da parte di un Ente pubblico, può rivalersi non pagando il bollo del furgone, recuperando una parte di ciò che gli spetterebbe. Non bisogna più permettere che le Asl, aziende in grado di produrre un indotto di diverse migliaia di euro sul territorio, ritardino così tanto nel saldare i fornitori: se il controllo passasse direttamente alla Regione, questa potrebbe imporre il rispetto delle direttive. E se questo non accadesse, dovrebbe mettere spalle al muro i responsabili, sollevandoli dal proprio incarico».
Asl 6, lumaca nel saldare i pagamenti