Ha tra i 35 e i 40 anni, è di corporatura robusta, con capelli neri tirati indietro.
È questo l’identikit del pirata della strada che il 3 dicembre scorso, in corso Peschiera a Torino ha falciato la famiglia Sgrò, uccidendo il piccolo Alessandro di appena 7 anni, riducendo in fin di vita il papà Calogero di 50 anni e ferendo la mamma Simonetta di 46 anni.
L’identikit è stato elaborato dalla polizia municipale di Torino, attraverso le testimonianze raccolte finora. Trovare chi ha distrutto questa famiglia di Caselle non è facile. Tutto ruota intorno ad una Renault Clio scura, modello 2010-2011, con modifiche alla carrozzeria in stile Tuning. Nessun numero di targa cui fare riferimento.
Le telecamere della zona i cui filmati sono stati più volte e fin da subito visionati, non stanno aiutando gli inquirenti, coordinati dal pm Gabriella Viglione, in questa difficile ricostruzione. Le immagini sono troppo esigue e di scarsa qualità.
La Clio, dopo aver investito la famiglia di Caselle, ha imboccato corso Monte Cucco, una zona con pochi negozi e poche telecamere di controllo. Neppure le testimonianze di chi in quel momento era in quel maledetto angolo di corso Peschiera sono state utili. Nessuno, infatti, purtroppo, ha avuto la prontezza di spirito di focalizzare almeno qualche numero della targa della Clio. L’attenzione dei testimoni, è stata legittimamente attratta dalla scena dei tre corpi che volavano per aria.
L’auto quella sera, erano circa le 17, è arrivata sulle strisce pedonali a circa 90 chilometri orari. Superate le tre vetture, che si erano fermate di fronte ai pedoni, ha proseguito senza nemmeno provare a frenare.
Al caso ci stanno lavorando sette reparti della polizia municipale e un team che si sta dedicando 24 ore su 24.
Molte piste vengono seguite per scovare la Clio: carrozzerie, negozi di ricambi, concessionarie. Finora, però, purtroppo, senza risultati.
Gli agenti, inoltre, stanno analizzando circa trecentomila dati raccolti in Italia e all’estero. Grazie all’analisi di diecimila tracce lasciate dagli antifurti per auto dotati di Gps, in transito nell’arco di tempo in cui è avvenuto l’incidente del 3 dicembre.
Gli investigatori sono riusciti a rintracciare altri testimoni e a chiarire il mistero del faro sinistro trovato in corso Peschiera di una Clio più vecchia di quella del pirata.
Quel vetro apparteneva, per incredibile coincidenza, ad una Clio del 2004 coinvolta in un banale tamponamento, il giorno precedente, il tragico incidente, che ha tolto la vita al piccolo Alessandro.
Caselle, pronto l’identikit del pirata della strada Gli inquirenti stanno analizzando 300mila dati