«Non voglio rivolgermi a chi ha provocato l’incidente, che, senza dubbio, non voleva uccidere, ma ha distrutto per sempre la felicità di una famiglia. Ale non c’è più, Calogero sta lottando tra la vita e la morte, la nonna, io e tutta la famiglia siamo moralmente distrutti». È l’appello che Simonetta del Re, mamma del piccolo Alessandro Sgrò, falciato sulle strisce pedonali nel tardo pomeriggio del 3 dicembre scorso, mentre con i genitori stava attraversando la strada, rivolge a chi le ha tolto il bene più prezioso. Mamma Simonetta, che porta ancora i segni di quella drammatica sera, finora chiusa nel suo dolore, esce dal riserbo, per rivolgersi a coloro che stanno proteggendo chi le ha tolto per sempre il suo bambino. «Tu, non puoi essere sparito nel nulla, avrai forse fatto demolire quella macchina – prosegue – ma, comunque esisti da qualche parte. Non mi rivolgo a te. Non voglio rivolgermi a te, perché se finora non hai avuto il coraggio di prenderti le tue responsabilità, di farti avanti, credo non ce l’avrai mai. Mi rivolgo a chiunque possa conoscerti. A chiunque possa avere un dubbio, affinché dia ai vigili o alla polizia una qualche indicazione, un indizio per individuarti. Perché non può finire così». Poi un ringraziamento: «A tutte le persone che abbiamo incontrato e ci sono state vicine in questa assurda e crudele tragedia che ci ha colpiti. Sappiamo che gli inquirenti hanno fatto e stanno facendo il possibile, ma ora serve l’aiuto di tutti».
Intanto, sabato scorso Caselle ha dato l’ultimo saluto al piccolo Ale. Un migliaio di persone hanno voluto accompagnarlo nel suo ultimo viaggio e stringersi affettuosamente, ma con discrezione a mamma Simonetta, a nonna Antonia e a tutti i famigliari.
«Caro Alessandro, nell’aula il tuo banco vuoto, lo abbiamo riempito di fiori, pupazzetti e letterine. Sarai sempre con noi. Sarai per sempre il nostro compagno. Ricorda siamo una squadra, la tua squadra». «Ora vivi tra gli angeli, ma noi non ti dimenticheremo mai». Con queste parole gli alunni della II A della scuola elementare “Rodari” di Caselle, gli hanno dato l’addio. Lacrime, e tanta tristezza, nella chiesa di Santa Maria, dove il piccolo feretro bianco, arrivato a Caselle dall’ospedale Martini di via Tofane, scortato da sei motociclisti della Polizia municipale di Torino e da un’auto dei vigili di Caselle, è stato circondato da un’immensa folla, compagni, amichetti, conoscenti, dalle insegnanti della scuola e da tanti semplici cittadini.
La famiglia Sgrò quel maledetto sabato sera era a Torino per lo shopping natalizio. Erano usciti da un negozio di giocattoli. Un famiglia felice, serena come tante. Una famiglia che in pochi secondi ha visto crollare speranze e progetti per il futuro. In un attimo la tragedia si è abbattuta su di loro: stavano attraversando la strada quando un’auto pirata, una Renault Clio scura, di cui per ora si sono perse le tracce, li ha falciati, uccidendo sul colpo Alessandro, ferendo gravemente il papà Calogero (che ancora lotta tra la vita e la morte) e spezzando una gamba, ma soprattutto il cuore alla mamma Simonetta.
«Colui che si è reso responsabile di questo atto – ha detto il parroco, don Claudio Giai Gischia – si costituisca. Sta commettendo una vigliaccheria. Anche chi lo sta coprendo, non fa il suo bene, faccia un atto di umanità e giustizia. Questo non restituirà Alessandro ai suoi genitori, ma tutti devono essere responsabili delle loro azioni». Ancora una volta, don Claudio, come già era accaduto alla fiaccolata, ha invitato tutti ad un comportamento corretto in auto, a rispettare gli altri, a dare il buon esempio ai propri figli. «Quando l’emozione si sarà affievolita – ha proseguito il sacerdote – invito tutti a stare vicino a questa famiglia, a non abbandonarla alla solitudine della disperazione». Lacrime e rabbia. Lacrime e desiderio di giustizia anche nelle preghiere pronunciate dai genitori dei compagni di scuola di Alessandro: «Signore fa che Calogero possa riprendersi e chi ha causato l’incidente abbia il coraggio di presentarsi alla giustizia». Ad accompagnare Alessandro nel suo ultimo viaggio terreno circa un migliaio di persone, non solo famiglie e bambini, ma anche associazioni di Caselle, autorità e il sindaco, Giuseppe Marsaglia. Assenti gli amministratori di Torino (dove è avvenuto il grave fatto di pirateria stradale). I fondi raccolti e le offerte della messa, per volontà di mamma, sono state devolute per le adozioni a distanza delle suore della Sacra Famiglia di Savigliano.
«Aiutatemi a trovare chi ha ucciso il mio bimbo»