L’Ecolinea tornerà a trattare i rifiuti pericolosi. Lo farà attraverso la società che ne ha acquisito la proprietà: la Sereco Piemonte, con sede legale a Reggio Emilia. Salita alla ribalta della cronaca, nel 1987, con il caso Zanoobia, la nave che girò mezzo mondo carica di rifiuti tossici, l’Ecolinea fu spostata, grazie all’impegno dei residenti del Borgonuovo, da via Torino 109 alla regione Lonna, al confine tra i Comuni di Leinì, Volpiano e Settimo, lungo la Cebrosa, nelle immediate adiacenze del cavalcavia della Torino-Aosta.
Nel 1992 iniziò il progetto di ricollocazione che prevedeva due fasi di realizzazione: la prima con il trasferimento delle strutture necessarie alle attività di stoccaggio dei rifiuti; la seconda con la realizzazione di un centro di trattamento per rifiuti pericolosi e non pericolosi. Il progetto, nel suo complesso, aveva ottenuto, da parte del ministero dell’Ambiente pronuncia di giudizio positivo relativamente alla compatibilità ambientale. Diversamente da quanto previsto, sono state realizzate in maniera completa le sole strutture ricomprese nel “primo stralcio”, e attualmente presso il sito risultano in esercizio esclusivamente le attività di stoccaggio rifiuti.
Relativamente al “secondo stralcio”, sono state realizzate solo parte delle opere edili ad esso connesse. La superficie complessiva del lotto di proprietà è pari a circa 181mila metri quadrati di cui solo circa 71mila di area recintata desinata all’impianto. Oggi la società emiliana intende portare a termine anche la seconda parte del progetto per cui l’Ecolinea ottenne l’autorizzazione dal Ministero. La Sereco Piemonte Spa, proprietaria del 100% di Ecolinea Spa, ha infatti avviato tutte le procedure di richiesta di realizzazione di nuovi edifici e impianti per l’avvio dell’attività di trattamento dei rifiuti pericolosi. Allo stato attuale, infatti, l’impianto svolge dal 2002 le attività di deposito preliminare, messa in riserva, ricondizionamento e raggruppamento preliminare di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. Le intenzioni della Sereco sono quelle di avviare, oltre allo stoccaggio di rifiuti pericolosi, il trattamento di alcuni rifiuti già all’interno dell’impianto e, in particolare degli oli usati, con capacità di oltre 10 tonnellate al giorno, e l’eliminazione di rifiuti non pericolosi con capacità superiore a 50 tonnellate al giorno. La realizzazione della piattaforma di trattamento non comporterà l’esecuzione di significativi interventi di trasformazione all’interno del sito.
Ai fini dell’esercizio della piattaforma in progetto gli interventi edili saranno limitati al completamento dei capannoni esistenti, all’interno dei quali saranno installati l’impianto di trattamento solidi e quello per i liquidi, e la realizzazione della palazzina che sarà adibita ad uso uffici e laboratorio di analisi.
Nello specifico il progetto prevede la realizzazione di un impianto di trattamento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, per un quantitativo massimo pari a 7mila tonnellate l’anno. È prevista, per la mitigazione paesaggistica, la realizzazione di quinte arboree di nuovo impianto da realizzare nell’ambito della proprietà. A tutela dell’ambiente, la Sereco si propone di attuare controlli sui rifiuti in ingresso e in uscita, sulle emissioni in atmosfera, sulla falda superficiale e le verifiche dell’integrità dei serbatoi e dei bacini di contenimento. Il progetto ha già ottenuto il benestare preliminare della Provincia che vede l’intervento: «quale variante ad un progetto già approvato e rappresenta il razionale completamento delle strutture esistenti non comportando l’esecuzione di significativi interventi di trasformazione all’interno del sito prescelto. La localizzazione in un’area industriale già dedicata a tale attività e la consistente distanza dalle abitazioni fanno del sito proposto una localizzazione particolarmente idonea ad ospitare l’attività in questione».
13 Gen 2012
L’Ecolinea torna a trattare i rifiuti pericolosi: la proprietà è intenzionata a rilanciare il sito