Con la cena di fine anno a Traves, il Comprensorio Alpino di Caccia Torino 4 chiude la stagione e tira le somme. Un’annata con molte luci ed ombre. Pochi cinghiali. Le proiezioni dicono che a fine anno saranno meno della metà della scorsa stagione venatoria. Buona presenza di tutte le altre specie, attentamente monitorate con la presenza e le ore lavoro gratuite, prestate dai cacciatori durante i censimenti primaverili. E pochi danni da cinghiale periziati. In ultimo, annunciato il ritorno del lupo in vallata. Tutto sommato per ora si tratta di una presenza molto marginale, anche se deve essere costantemente seguita ed aggiornata. «Una stagione positiva – spiega il presidente del comitato di gestione del Cato4, Aldo Fantozzi – i danni da cinghiale si sono ridotti di quasi la metà, esattamente come le catture effettuate. Ora si dovrà valutare in che misura dare seguito alle disposizioni regionali, che danno facoltà, ove necessario, di effettuare battute di contenimento dall’11 gennaio al 17 marzo, nelle giornate di mercoledì e sabato e, solo e sempre su specifica richiesta, di effettuare interventi specifici nel periodo compreso tra il 1° aprile e il 30 settembre. Stiamo inoltre aprendo ad una collaborazione con l’Asl. Sarà richiesto ai cacciatori di frequentare incontri di preparazione con il veterinario Emilio Guglielmetto, a seguito dei quali saranno in grado di effettuare prelievi di linfonodi e tessuti dai cinghiali abbattuti per poter ricercare in maniera efficace l’eventuale presenza di malattie, alcune delle quali anche trasmissibili all’uomo».
A commentare l’inversione di tendenza sul problema dei cinghiali l’agricoltore Piero Tetti. «Ci riteniamo abbastanza soddisfatti del lavoro svolto quest’anno dai cacciatori del Cato4 – è il commento di Piero Tetti, rappresentante della Coldiretti all’interno del comitato di gestione del comprensorio alpino – ma riteniamo che la presenza dei cinghiali, specie in Val d’Ala sia ancora elevata. Sarebbe opportuno effettuare, come previsto e consentito dalle vigenti disposizioni in materia, interventi di contenimento per almeno un mese, diciamo il primo, dall’inizio del periodo previsto, ovvero dall’11 gennaio a metà febbraio».
Altro progetto, di cui più che parlare apertamente, si sussurra, riguarda gli stambecchi. Negli scorsi anni, dal 2006 al 2008, c’era stata una flessione nelle presenze della popolazione valligiana, probabilmente dovuta alla cheratocongiuntivite infettiva. Ora siamo ritornati su livelli ottimi di presenze, segno della recessione nel fenomeno infettivo e della concomitante accresciuta responsabilità e sensibilità presso la componente venatoria delle valli di Lanzo. Ma si ritiene di instaurare un progetto di monitoraggio della specie, che vedrebbe i circa 1.200 esemplari censiti nel 2011, oggetto di controlli. L’obbiettivo è riuscire a esaminare almeno 90/120 soggetti, ovvero il 10% circa della popolazione censita. I campioni saranno spediti ai laboratori e i risultati pubblicati e condivisi con i colleghi dei parchi del Gran Paradiso e delle Vanoise.
Cinghiali: calano i danni e le catture«In Val d’Ala numeri ancora elevati»