Temperature primaverili e vento caldo. È un inverno bizzarro quello che non permette il decollo degli sport invernali in nelle Valli di Lanzo. Gli impianti di risalita di Ala di Stura restano ancora chiusi. Sulle piste di Pian Benot di Usseglio gli operatori registrano un 50 per cento in meno di presenze rispetto allo scorso inverno. Nel mini impianto Pakinò di Balme hanno sciato nell’ultimo week end circa 150 persone, bambini e principianti, per lo più.
Sono numeri che non fanno sorridere, nonostante i prezzi dei giornalieri siano davvero competitivi. Le folate di vento stanno cancellando la poca neve caduta in quota e preoccupano non poco gli addetti. Trascorso il lungo periodo delle feste natalizie sorge spontanea la necessità di trarre un bilancio sugli afflussi turistici nelle valli. È risaputo infatti, come proprio le festività che si protendono tra Natale ed Epifania, rappresentino una consistente porzione nei bilanci invernali degli operatori turistici e commerciali.
Una boccata di ossigeno l’hanno invece respirata gli albergatori nei giorni a ridosso di San Silvestro, quando, come afferma Silvia Lanza, dell’ufficio stampa di Turismo Torino e Provincia: «I dati di occupazione alberghiera per la notte di capodanno, in base ai nostri rilevamenti in una parte consistente delle strutture ricettive, ha raggiunto una quota tra il 90 per cento e addirittura il tutto esaurito dei posti disponibili». Una magra consolazione, lontana dagli anni d’oro del turismo invernale quando in valle salivano migliaia di turisti. E questo è l’ennesimo riflesso di una crisi che non conosce tregua.
«Il tempo non ci ha di certo dato una mano – dice amaro Enzo Cristoforo, il proprietario degli impianti di risalita di Balme – infatti, a causa delle temperature elevate, non siamo riusciti ad aprire la pista di pattinaggio, speriamo per i prossimi giorni». Ai 1800 metri del Piano della Mussa resiste uno spessore di circa 30 centimetri di neve anche se è stato battuto un solo anello per gli amanti dello sci nordico.
Lo stadio del ghiaccio è invece aperto ad Ala di Stura dove, però, nemmeno i cannoni riescono a sparare la neve artificiale, nonostante gli operatori stiano facendo tutto il possibile. «Da quando siamo aperti, e parlo del 1978, non ricordo un inverno con queste temperature – ammette Beppe Alasonatti, il responsabile tecnico degli impianti Alpibel, un comprensorio di venti chilometri di piste – . In questi, alle 7 di mattina, c’erano 9 gradi, come si fa a produrre neve. A noi per aprire il comprensorio sarebbero sufficienti tre o quattro notti con la colonnina del mercurio sotto lo zero». Ad Ala si potrebbe scendere sulla pista da gara, discretamente innevata, ma Alasonatti preferisce: «Che tutto sia in sicurezza, non sono tempi per rischiare». Anche ai 1300 metri del Col del Lys lo snow park resta aperto solo nel week end, mentre è off limit la pista di fondo. «Abbiamo sparato una quarantina di centimetri di neve, speriamo tenga» – dice Livio Barello, il proprietario dell’agriturismo La Baita.
A Pian Benot di Usseglio, la stazione più grande delle Valli di Lanzo, girano i tre impianti, aperti il 26 dicembre. «Ma la crisi si sente, eccome – spiegano i gestori – mancano i soldi e il tempo non ci ha dato una mano, per questo abbiamo dimezzato le presenze rispetto alla scorsa stagione». Non resta che attendere la perturbazione giusta e un abbassamento delle temperature. Ma, secondo le previsioni, anche in questo week end ci sarà ben poco da fare, il caldo continua.
Gianni Castagneri e Gianni Giacomino