Maxi sequestro di fuochi artificiali da parte delle forze dell’ordine. Erano accatastati con cura in un garage di via Carlo Gremo 41, a Leinì. Grossi petardi, fischioni, razzi e altro materiale pirotecnico. Sarebbe bastata una scintilla per far saltare in aria il palazzo. Dove nessuno si era mai accorto di uno strano via vai di macchine che scendevano negli scantinati e poi risalivano nel cortile. Nel tardo pomeriggio di ieri, i botti sono stati sequestrati dai carabinieri di Leinì e del nucleo radiomobile di Venaria, con la gente che si è affacciata per applaudire dalle finestre dei palazzi di via Gremo. In manette, per detenzione abusiva di materiale esplodente, è finito M.L., 31 anni, di Torino, incensurato. Gli investigatori lo tenevano d’occhio da tempo, per la sua attività di commercio proprio di materiale esplosivo. L’ingente quantitativo di botti illegali sequestrati ieri dai carabinieri di Leinì, quasi 150 chili in tutto, aveva, secondo i militari, il requisito della micidialità. Un pericolo potenziale molto alto per le famiglie, ignare, che da qualche tempo, loro malgrado, abitavano, sopra una Santa Barbara. Ecco la ragione degli applausi a carabinieri, dopo aver realizzato il rischio corso fino a ieri. Le indagini de carabinieri erano partite due settimane fa da un controllo casuale in corso Vercelli sull’auto di M.F., (denunciato a piede libero) titolare di un distributore di benzina a Torino, nel cui baule posteriore erano stati trovati già alloggiati oltre 35 chili di esplosivo, dei quali 12 di principio attivo. Riscontri positivi, quelli degli uomini del maresciallo Ivan Pira, che si sono poi ripetuti durante le perquisizioni in casa dell’uomo. Da lì, i carabinieri sono quindi giunti a M.L, che deteneva il grosso del quantitativo, circa cento chili, oltreché nel magazzino ora posto sotto sequestro a Leinì, nella cantina della sua casa in via Brandizzo, a Torino. Domani, l’uomo, che quando è stato arrestato non ha opposto alcuna resistenza, comparirà davanti al giudice per l’eventuale convalida del fermo
Maxi sequestro di “botti” tra gli applausi