Elvira e Giacomo (i nomi, come quelli successivi, sono di fantasia) si sono sposati otto anni fa. Entrambi operai, avevano abbozzato il sogno di una vita normale. La foto che li ritrae sul sagrato di una delle chiese del Ciriacese, li vede felici, il giorno delle nozze, circondati dai parenti. Sembra ieri. Oggi sono più stanchi, affaticati e invecchiati improvvisamente. La loro fatica si chiama crisi – quella che ha messo in ginocchio molte ditte dell’indotto del Ciriacese negli ultimi anni – e ci sono finiti dentro quando lei ha perso il lavoro, dopo la chiusura della fabbrica dove era impiegata. Nel frattempo la famiglia si è ampliata: sono arrivati prima Chiara, 5 anni, e poi Andrea, otto mesi appena. Con uno stipendio in meno sono andati avanti, stringendo i denti. Il dramma si è acuito con la malattia di lui. Cure, medicine, impossibilità di lavorare.
Quando i volontari della San Vincenzo de’ Paoli li hanno trovati, qualche mese fa, vivevano in una stanza che definire monolocale è pretenzioso per un’agenzia immobiliare che voglia essere presa sul serio e per un affittuario che non voglia essere considerato uno strozzino. Nel centro storico di Ciriè l’alloggio consiste in una stanza con un piccolo bagno cieco e una finestra che dà sulla scala interna dell’edificio, una casa vecchia dove da pochi alloggi sono stati ricavati chissà quante unità abitative come questa. «Un alloggio trasformato in un monolocale indegno di tale nome – racconta una volontaria vincenziana – In un angolo un mobile gas, mi sembra di aver intravisto un termosifone. Quando sono uscita mi sono messa a piangere».
Elvira e Giacomo erano arrivati al punto di non riuscire a pagare affitto e bollette. Con la visita della San Vincenzo, il contributo di Caritas e servizi sociali sono partiti gli aiuti. Oggi la famigliola vive in un alloggio decoroso, in un’altra zona della città. I servizi pagano al momento le rate dell’affitto e hanno trovato piccoli lavori di pulizia presso privati per Elvira. La donna ogni giorno lascia il bimbo al marito, a casa in malattia, e va a far ordine nelle case altrui. Uscendo e rientrando porta Chiara all’asilo: la bambina è stata accolta dalla materna paritaria “Chiariglione”, dove non paga la retta. La volontaria vincenziana continua a occuparsi di loro e li ha, inutile dirlo, adottati nel suo cuore: ogni settimana porta alla famiglia una borsa di alimenti. La San Vincenzo li aiuta ad affrontare spese ordinarie e straordinarie. Intorno ai coniugi si è formata una rete più grande: alcune famiglie hanno regalato biancheria e stoviglie. I volontari hanno acquistato qualche mobile. Il Natale di Andrea e di Chiara sarà meno ricco di quello di altri bambini ma, grazie agli aiuti, ci saranno un panettone, un piccolo pensiero per entrambi e, soprattutto saranno insieme a mamma e papà. In difficoltà ma ancora famiglia.
Crisi e cinismo li avevano relegati ai margini